“Ciao a tutti, mi chiamo Mara. Il “campione” della chat si chiama Michele. Io ho 23 anni ma viaggio per i 24 e lui 27. Vi spiego il modo in cui ci siamo conosciuti. Io vivo in una città ma non come Milano o Roma, più piccola, ma comunque ci conosciamo quasi tutti e fare “nuove amicizie” è sempre difficile dato che oramai tutti i giovani hanno già le loro comitive, poi siamo sprovvisti come città di luoghi di aggregazione.

 

Però, per come sono fatta io, non volevo cedere a questa cosa di non riuscire a conoscere gente nuova e dopo una scommessa con un’amica, ma davvero senza impegno giusto per divertirci, ho deciso di avvicinarmi ad un tavolo di ragazzi seduti ad un bar e mi sono messa a parlare e ci siamo presentati.

 

Ovviamente non tutti erano “felici” di questo perché, infatti, sembravo una pazza. Tra tutti c’è stato Michele che invece si è dimostrato entusiasta. Abbiamo passato una piacevole serata (in realtà 2/3 ore), abbiamo bevuto e chiacchierato. Si è dimostrato molto carino, educato e simpatico (ovviamente non speravo diventasse l’uomo della mia vita, ma si era dimostrato una persona interessante).

 

Abbiamo parlato davvero di tante cose e sembrava fosse anche un ragazzo con del sale in zucca. Parliamo anche dei social e di come lui si sentisse “anziano” rispetto a quel mondo (ecco perché ogni tanto lo “stuzzico” dicendogli di essere anziano). Fatto sta che dopo quella piacevole serata (serata in cui faceva davvero freddissimo ed io sono molto freddolosa, quindi immaginatevi tutta coperta e soprattutto in compagnia del mio cappello verde), decido di essere più “giovane” e di cercarlo sui social, lo becco facilmente su Instagram (alla fine quello è il giro di amici e amici, è stato abbastanza facile) e ovviamente decido di scrivergli (a me non interessa che sia l’uomo a scrivere per primo oppure non mi interessa se sembro molto spigliata e che magari sto tentando di approcciare, sono libera da questi pensieri) e mi ci butto a capofitto.

 

Vedo le sue risposte molto fredde quasi distaccate, ho temuto fosse diverso e che magari quella sera lo aveva aiutato solo l’alcol, ma non ho mollato la presa ed ho continuato la conversazione col mio fare sempre molto simpatico (diciamo così). Lui sempre restio ed “anziano”, infatti ho anche dato la colpa al fatto che ci fossimo ritrovati a sentirci sui social (nonostante a lui non piacesse), però io cercavo solo la situazione per richiedergli di uscire e invece è fallito tutto. Mi ha davvero stupito e mi sono rimangiata tutto ciò che pensassi fino a quel momento.

 

In realtà Michele è tutt’altra persona ma davvero non voglio dirvi tutto, credo che debba essere letta questa storia perché il finale è degno di un film (magari starò esagerando ma io davvero sono senza parole), ancora non so se ridere o piangere ma alla fine è tutta colpa del cappello verde.

 

In tutto ciò, se vi doveste mai sentire con un tipo che utilizza le emoji del 15-18 e si chiama Michele voi dovete scappare!”

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