“Ciao a tutti, mi chiamo Fatima e sono ITALIANA. Purtroppo avrei tanto voluto inviare una conversazione giocosa e scherzosa, ma mi tocca una conversazione di denuncia. Ho 23 anni, dovevo salire a Torino (specifico solo per far capire, non per fare di tutta l’erba un fascio) per un lavoro a tempo determinato per cui sono stata assunta. 

Non potendomi permettere, per il momento, una casa tutta mia o un monolocale, ho cercato case per studenti se pur io risulti lavoratrice. Avevo trovato questa casa su Facebook, il proprietario ha questo metodo per “selezionare” gli inquilini e cioè di fare una videochiamata prima di decidere per capire come è la persona e cose simili. 

A me è sembrato un metodo un po’ strano, ma ho accettato per disperazione. Questa sorta di colloquio va bene, lui mi fa anche i complimenti per come sono e per come sembro. Io felicissima perché sarebbe stato un responso positivo. All’atto pratico mi “caccia” ovvero mi esclude da questa sua “scelta” dopo aver inviato il codice fiscale e la carta di identità. 

Ovviamente da lì si vede che sono straniera, ma soltanto per nascita. Infatti porto il cognome di mia madre che è italiana. Io mi sento e sono italiana al 2000 per cento. Ma questo non basta, non basta per questo tipo di persona.”

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