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“Sono ricoverata, ma i miei figli non mi sono vicini. Ho creato un gruppo per dirgli cosa sento.
A gennaio ho scoperto di avere un brutto male. Tutto è cominciato con un mal di pancia. Ho fatto la gastroscopia, la biopsia, la TAC. Ed ecco fatto. Adesso sono in terapia, una settimana sì e una no. Ho due figli che però non mi sono tanto vicini in questo periodo. Sembra assurdo che, quando hai più bisogno, le persone si allontanano. Mi sono sentita molto sola. Nemmeno per il mio compleanno sono venuti da me. Ognuno ha la sua vita e lo capisco. Ognuno reagisce al dolore a modo suo. Dal dolore tendiamo tutti a fuggire. Abbiamo tutti paura delle malattie, di soffrire e di morire. Ma più scappiamo e più avremo paura. Non serve fare gli eroi. Bastano piccolissimi gesti, che però ti fanno capire che le persone che ami per te ci sono. Ho creato un gruppo con i miei due figli per parlare con loro e chiedere a gran voce di essere amata, anche adesso che sono ammalata. Vi scrivo per dire a tutti di non fuggire dal dolore, ma di affrontarlo a testa alta, ognuno nella misura che può. Non esistono eroi o eroine. Esistono solo persone che ci provano a dare un po’ del loro amore agli altri. Dico anche alle persone ammalate di non vergognarsi di chiedere aiuto, perché siamo tutti un po’ fragili. Pregate per me per favore. Io vi ricambio con piacere. Buona serata.”

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