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“Domani ho il ricovero in ospedale, ma i miei figli non hanno tempo per accompagnarmi.

Ho un brutto male e per ora mi sto curando. Mi ricovero per tre giorni una settimana. Poi l’altra settimana faccio pausa. È dura. Mal di pancia, gusto tutto sottosopra, crampi fortissimi. Ho perso i capelli che mi cadono a ciuffi di continuo. Sembro un pulcino. Ho però comprato un turbante per non turbare i miei cari. Com’è strana la parola turbante, dato che in realtà è un indumento che usiamo per non turbare.
Sono sempre mamma però. Sono sempre la mamma dei miei figli.

Loro hanno paura. Lo so. Hanno paura di perdermi, hanno paura delle cose brutte. Tutto questo li stressa. A me dispiace tantissimo. Cerco di pesare il meno possibile e di fare le cose in autonomia. Io lo so che è difficile.
Mi sento triste però per non avere insegnato ai miei figli a sopportare il dolore, a tollerare l’attesa, a essere umile e fiduciosi e ad avere pazienza, la pazienza di chi si sta curando, la pazienza del vivere un giorno alla volta.

La mattina mi sveglio molto presto. L’alba è alle 6,10. Ringrazio ogni giorno Dio per avermi dato ancora un giorno di vita.”

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