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“Dopo circa una settimana dal responso che avevo avuto per il colloquio, ho deciso di andare a sentire personalmente nell’azienda del mio ragazzo, approfittando del fatto che lui era fuori per un corso di aggiornamento con altri colleghi. Non potendo accettare per niente quello che mi aveva detto, volevo parlare direttamente con chi mi aveva fatto il colloquio e capire se il problema dei tatuaggi fosse vero.

In realtà, conoscendo un po’ l’ipocrisia degli italiani, sono andata giù in azienda convinta di ricevere solo una conferma di quello che aveva detto il mio ragazzo, ma almeno volevo che avessero il coraggio di dirmelo in faccia. E invece ho scoperto una cosa che mi ha fatto arrabbiare moltissimo!

Ovviamente gli ho scritto appena tornata a casa, perché delle spiegazioni da parte sua erano obbligatorie. Leggete quello che mi ha detto, le scuse che ha accampato per far cadere la colpa su di me. Non c’è bisogno che io dica che la nostra relazione è ormai in crisi. Ma nonostante questo, lui non accetta di ammettere di aver sbagliato.”

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