“Avete mai avuto paura di essere voi stessi con le persone che amate di più? Io sì. Mi chiamo Pietro, ho 22 anni e sono siciliano, ma vivo al Nord per studiare. Da quando mi sono trasferito, ho finalmente trovato il coraggio di accettarmi per quello che sono: un ragazzo gay.
Ci ho messo mesi per raccogliere la forza di dirlo a mia madre, Giusy, che è sempre stata una persona molto religiosa e tradizionalista. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma non potevo più continuare a nascondermi.
Così, dopo mille esitazioni, le ho scritto un messaggio. Pensavo che forse, con le parole giuste, avrebbe capito. E invece… non potevo sbagliarmi di più.
La sua reazione è stata un misto di shock, delusione e rabbia. Secondo lei sono confuso, è colpa del Nord, e mi propone soluzioni assurde per “guarire”: pellegrinaggi, benedizioni, preghiere. E guai a dirlo a mio padre, altrimenti mi “uccide”.
Sto cercando di rimanere calmo, ma sento che questa situazione mi sta scivolando di mano. Ci sto molto male, anche se cerco di non darlo a vedere a lei per rimanere forte nella mia posizione. Sono io quello sbagliato? O è lei che non vuole vedere?”
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