“Quando la babysitter è andata in vacanza, mia nuora mi ha chiesto se potevo aiutare per qualche settimana. “Solo il tempo che torna”, mi ha detto.

E io, come sempre, ho detto di sì. Perché sono una persona di parola. Perché so cosa vuol dire fare sacrifici.

E adesso? Adesso fanno finta di niente. Come se io non avessi salvato la situazione. Come se non mi fossi alzata ogni mattina presto, fatto avanti e indietro, portato i bambini di qua e di là.

Non ho mica l’età per fare la trottola.

Quindi sì, adesso mi devono portare al mercato il sabato mattina. E al cimitero la domenica.

Per ora mi aiutano solo un giorno a settimana con la spesa e le pulizie ma non mi basta. Non è chiedere troppo. È rispetto. È riconoscenza.

E già che ci siamo, se c’è da stirare, una camicia o due gliele lascio. Che poi mia figlia lo faceva sempre volentieri quando abitava vicino a me, quella sì che è brava.

Ma qui con mio figlio e mia nuora, pare che se chiedi un favore diventi un peso.

Una volta si diceva: “Suocera in casa, famiglia salva”.

Adesso ti trattano come se fossi un pacco da rimandare indietro.”

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