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“Mi ero illuso che bastasse smontare l’albero. Il vero dramma inizia da lì.
Ok lo so, ovvio che non poteva andare tutto liscio, che smontando quel maledetto albero finiva tutto. Ma mi aspettavo il broncio, una incazzatura, un ricatto del tipo “adesso ridipingi la cantina” o “per farti perdonare riordini la soffitta”. Cose così. E sinceramente speravo di svangarla con una bella cena romantica nel suo ristorante preferito. E invece niente. Qua serve l’intervento della chiesa, e non parlo per metafore… Non ci credo ancora che ho preso un permesso da lavoro, mi arriverà pure una multa, e non ho risolto niente di niente. Ah ma avete capito chi sono no? Se avete letto il precedente già sapete. A ogni modo sono sempre Marco e mia moglie è sempre Rita. Quella che torna da un viaggio di lavoro e scappa di casa perché non ho ancora smontato l’albero di natale. Perché è il 9 di gennaio e porta male… e quindi decide di andarsene dalla madre per scappare dalla iella. E non torna (e non vuole vedermi) finchè…”
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