Vi siete persi la prima parte? Nessun problema, leggetela qui

“Se fino a poche ore prima pensavo che la mia sarebbe stata una serata come le altre a mangiare una pizza  in compagnia della mia amica Ludovica, poco dopo mi ritrovavo sotto casa di lui col portone chiuso, attaccata al citofono, con la certezza che qualcosa non andasse e che ci fosse qualcuno o peggio, QUALCUNA, dentro casa sua. Dovete sapere che lui, due o tre volte a settimana, lavorava in un bar della zona e lo faceva per pagarsi l’affitto anche se diceva che i suoi gli davano una mano…(poi capirete perché ve lo sto dicendo) Comunque, quello che era veramente preoccupante era il fatto che lui continuasse a dire di dovermi spiegare qualcosa che io avrei dovuto comprendere prima di entrare a casa sua e che avrei potuto fraintendere. Queste sue parole già suonavano malissimo!  la persona che fino a quel momento avevo conosciuto stava facendo posto ad un’altra, completamente sconosciuta, che mi stava negando di salire a casa sua in maniera talmente decisa da farmi pensare al peggio del peggio.
Ero pronta a entrare non appena qualcuno del condominio avesse aperto il portone ed ero pronta anche a sfondare la porta pur di capire che cosa stesse accadendo in quella casa…”

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