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“Il mio fidanzato ha trovato nella sua lista di invitati al nostro matrimonio degli amici in comune. Chi paga per loro?

Chi paga per amici suoi che nel tempo sono diventati anche miei? Come si dividono questi amici?

Vi giuro che non ci sto capendo più niente. Se mi dessero da fare il calcolo dell’integrale del limite della derivata ci capirei qualcosa di più.

Sono stordita. Mi sento come se d’un tratto non capissi più niente. Mi sento come se fossi stupida, di poco valore, sorda, muta, incapace di capire e di spiegarsi. Non so se vi è mai capitata una situazione del genere.

È brutto sentirsi così. Non è che io pensassi di sentirmi al settimo cielo. Il matrimonio mi sembra più organizzare una bella giornata per gli invitati piuttosto che per gli sposi. Mi sembra più il cercare di fare bella figura con gli invitati che devono assistere (guardarti, giudicarti) a te che dici sì in abito bianco.

La mia idea di felicità? Un matrimonio in campagna con carne arrostita e bruschette. Una bella villa in campagna. E poi musica folk, una band, e balli, e giochi e rifugi per chi volesse starsene un po’ da solo sotto un albero (che è quello che vorrei fare anche io pur essendo la sposa).

Ma così? Così?? Come faccio io a sognare? Come faccio io ad aprire il cuore, a fidarmi di questa nuova vita in due?? Il matrimonio è affidarsi all’altro. Mettere la propria vita nelle mani dell’altro, perché se ne prenda cura, perché in due si costruisca un sogno comune, quello di una nuova famiglia.

E lo so, lo so, mannaggia, che i soldi sono importanti. E ci sta, certo, che ne parliamo. Ma non così… non così. non così.

Eccovi gli screen dell’ultima chat. Buona serata.”

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