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“Fino al giorno prima, la mia vita era relativamente tranquilla. Sicuramente avevo preso una decisione forte, perché lasciare Vittorio, dopo tutto quello che avevamo vissuto, non è stata una decisione presa a cuor leggero. Ma si era comportato male, e quindi era l’unica via possibile. Certo…si era comportato male, ma mai e poi mi sarei immaginata che potesse arrivare a tanto. Lui era un tranquillone, una persona magari poco affidabile ma di certo non uno che mette in atto vendette o se la prende con persone o, in questo caso, animali innocenti. Il problema è che, nel giro di qualche ora, la mia vita era cambiata e stava cambiando. Ero tornata a casa e il mio adorato Milo ero scomparso. E l’aveva preso lui, che ora mi stava miseramente ricattando. E allora che dovevo fare? Non sapevo dove fosse, non sapevo che intenzioni avesse, e soprattutto non potevo rischiare che venisse fatto qualcosa di spiacevole (di ancora più spiacevole di così) a Milo. Avevo, purtroppo, una sola possibilità: stare al gioco, rimanere lucida, e cercare di salvare il mio gatto il prima possibile.”

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