“Con mia madre è sempre stato tutto… “giusto”.
Le regole, i tempi, i doveri.
Ogni gesto doveva avere una misura, un motivo, un senso.
E anche quando provava a essere gentile, riusciva a farlo come se stesse compilando una lista.
Io però, da figlia, non ho mai imparato quella precisione:
ho imparato la fame.
La fame di essere accolta, capita, perdonata anche quando non ero “in pari”.
Da quando è nata mia figlia, tuttavia, avevo notato dei tentativi di cambiamento.
Si sa, quando si è nonni ci si comporta in modo molto diverso rispetto a quando si fa i genitori…
E così ho pensato fosse una seconda chance anche per noi.
Ho pensato che le cose fossero cambiate.
Che forse, dopo tanto tempo, c’era spazio per un gesto semplice, affettuoso, senza conti da regolare.
Mi sbagliavo.
E quando ho capito come, mi è passata pure la voglia di ridere.”
CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA CLICCANDO QUI SOTTO SU “SUCCESSIVA”
Commenta con Facebook