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“Ho sparso l’aglio sui vestiti di Giorgio, sul suo spazzolino, sul suo cuscino. Mi sono spinta ancora oltre.

Perché occhio per occhio, aglio per aglio.

Aglio per pagare lo sbaglio. Giorgio deve fare quello che gli ho chiesto, velatamente implicitamente lui sa cosa voglio che faccia. Sta solo facendo lo sgnorri.

Finalmente ha fatto la cosa giusta. Non credo alla violenza. Non credo all’odio che cagiona sofferenza fisica. Ma credo alle punizioni. Credo alle piccole vendette, oh sì, questo sì. Non sono una donna col sangue caldo. Me lo dicono tutti che sono strana. Che sono fredda, come i miei occhi celesti.

Non urlo, ma pretendo solo giustizia, pretendo che fai ciò che giusto. Sarà colpa della mia educazione spartana.

Io conosco Giorgio e conosco i suoi punti deboli, lo conosco più di quanto lui creda, lo conosco e so cose che lui pensa che io non sappia. Ma io sappia, sappia. Ho i miei occhi, ho le mie orecchie oltre le mie.

Lui odia l’aglio, ma ancora non riusciva a convincersi a fare la cosa giusta. Fino a che…”