“Quando sei giovane fai delle scelte che pensi siano giuste, o almeno inevitabili. E poi cresci, e con te crescono anche i silenzi. Quelli che lasci tra te e il passato.
Ho lasciato mia figlia che avevo solo 17 anni, praticamente obbligata dai miei genitori. Non ho mai avuto il coraggio di parlarne con nessuno, nemmeno con me stessa. Mi sono detta per anni che era stato meglio così. Che avevo fatto la cosa giusta, che il tempo avrebbe guarito tutto.
Ma certe ferite non guariscono. Si coprono, si tengono lì sotto strati di “va tutto bene”, di giornate piene e di parole non dette. Non sono mai riuscita ad avere altri figli per questo motivo.
Poi un giorno ti arriva una notizia. Una notizia che aspettavi da tempo, anche se non l’hai mai detto a nessuno: potevo finalmente contattarla.
Ci ho messo un’eternità a trovare il coraggio di scrivere. A trovare le parole, a non farmi travolgere dalla paura di non essere abbastanza.
Non so se ho fatto bene, o se ho sbagliato di nuovo.
Ma sapevo che era il momento di provarci.
Perché anche se il tempo è passato, certe cose restano. E a volte, anche il dolore può aprire una strada.”




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