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“Ogni tanto si sente dire che non c’è mai limite al peggio, ma non te ne rendi conto fino a quando non vivi le situazioni sulla tua pelle. Erano passate ormai tre settimane dal giorno del compleanno di mio papà quindi anche dal giorno in cui ero stato cacciato di casa. Non voglio sembrare una vittima e so bene che c’è gente che ben prima dei 26 anni si riesce a fare una propria vita indipendente, ma qui il problema è stato il modo. Un giorno avevo tutto e il giorno dopo, accusato ingiustamente da mia mamma, non avevo più niente e non mi era stata neanche data la possibilità di sentirmi con mio papà. Anzi, a patto che non mi facessi più sentire con nessuno dei due mi era stata data la possibilità di vivere, momentaneamente, nella vecchia seconda casa di mia zia, e allora ho accettato, per risparmiare l’affitto era necessario. Ma rimane il fatto che è un buco e io mi sono ritrovato senza una famiglia e, per il momento, senza una fonte di sostentamento non lavorando. Non ho più resistito e ho deciso di scrivere a mio papà ma da quel momento in poi, che io lo volessi o no, la mia vita non è più stata la stessa.”

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