“In tutte le famiglie esiste una Zia Marisa, la classica donna che deve mettere ordine in tutto e decide come si devono disporre i commensali al cenone e come devono sedersi in un certo ordine ai funerali i parenti in chiesa. Io sono Stefania, tra poco sarò avvocato, e a me di queste cose non me n’è mai potuto fregare di meno, ma da quando sto con Carlo mi sono resa conto che la zia Marisa, nel suo ordine cosmogonico personale e familiare, non aveva trovato un posto per me perché non aveva mai pensato di dover organizzare quella parte della vita di suo nipote. A suo tempo, la cara zietta aveva già predisposto vita morte e miracoli di altri suoi parenti, molti succubi perché ricattati in varia maniera soprattutto per l’impresa di famiglia (che non nomino perché nella sua regione è abbastanza nota), ma quando Carlo era sfuggito venendo a studiare è incappato nelle ire di una donna che pretende di avere l’ultima parola su tutto. Metteteci poi che è una di quelle donne all’antica che, secondo me, soffre del fatto che non ha mai avuto una famiglia sua e di riflesso deve controllare quelle degli altri come se tutto la riguardasse. Carlo, infatti, mi ha raccontato di come pretendesse di pagare il ricevimento della sua prima comunione e cresima, con litigate furibonde con la mamma che ormai non sopporta più l’invadenza della sorella. A quanto pare ha saputo che io e il nipote andremo a convivere…”

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