“A volte penso che se avessi raccolto tutte le rose che ho ricevuto in questi anni, oggi avrei un vivaio. E no, non sto scherzando. Ogni compleanno, ogni anniversario, ogni Natale, persino la mia laurea: sempre una rosa, solo una, di un colore diverso. Rosso, bianco, giallo, blu… ormai conosco la tavolozza meglio di un fiorista.

Lui dice che è romanticismo puro, che così l’amore resta “immutato” e non diventa una gara di regali materiali. Ma la verità è che dietro ogni rosa c’è sempre la stessa formula: scusa se sono in ritardo, scusa se ho dimenticato, scusa se non ho preso altro. È diventato l’uomo delle scuse e delle rose.

E all’inizio sorridevo, pensavo fosse tenero. Adesso mi chiedo se non sia solo tirchieria travestita da poesia. Perché io lo amo, ma non voglio una collezione di fiori secchi: voglio sorprese, gesti nuovi, qualcosa che racconti la nostra storia senza ripetersi come un disco rotto. Perché a forza di petali… restano solo spine.”

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