“Io e Dario usciamo assieme da un anno esatto. Quando ci siamo conosciuti lui era tornato a vivere con sua madre per un periodo, perché aveva perso il lavoro e non riusciva più mantenersi da solo l’affitto del trilocale in cui era stato per anni. Ma non è mai stato un problema: quando dovevamo vederci si organizzava da me, la mia casetta è piccina ma l’ho arredata e creata con tanto amore, un pezzettino alla volta: dentro c’è tutta la mia vita, momenti brutti e momenti belli. Quando veniva da me cucinavo sempre io. Mi piace cucinare e lo trattavo come un ospite speciale… ma mai avrei interpretato questa cosa come un campanello d’allarme… Stava cominciando a soffrire la vicinanza con sua madre, con cui ha un ottimo rapporto, ma quando sei adulto si sa, è impossibile una convivenza felice con i genitori. Ormai si hanno altre abitudini ed esigenze… allora gli ho proposto di stare da me, condividendo le spese, fino a che non avesse chiaro cosa fare. Per fortuna Dario ha trovato un altro lavoro, ma comunque preferiva condividere casa con qualcuno, e allora ho pensato, perché cercare un coinquilino se noi ci troviamo bene? Tanto vale provare a condividere gli spazi, per vedere se siamo ben assortiti! Ecco, questo esperimento di convivenza non ha rivelato il lato migliore del carattere di Dario.”

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