“Mi chiamo Gian. E studio a Bologna. Mi sono trasferito qui da Firenze, non perché lì non ci fossero buone università, ma perché qui a Bologna non ci sono i miei genitori, che pur essendo brave persone hanno grossi limiti nel capirmi. Qui vicino Bologna inoltre abitano anche i miei nonni, quindi il trasferito è parso ragionevole anche ai miei per fortuna, che per una volta non mi hanno ostacolato. Io adoro i miei nonni, sto benissimo con loro e anche se hanno una certa età ci sono sempre se ho bisogno. Quindi diciamo che la presenza dei miei a Bologna non è strettamente necessaria, né sento troppo la loro mancanza. Mi rendo conto che qualcuno potrebbe pensare che non gli voglio bene, ma non è assolutamente così. È che mi devo concentrare, e mia madre trova sempre il modo di farmi perdere una mezza giornata, pure se a distanza: è capace di tenermi al telefono a chiedermi “Ma allora cos’hai?” e io non ho niente, devo solo tornare a studiare. Per il momento siamo rimasti che vado io a trovarli nelle vacanze, perché le loro visite mi fanno sempre perdere tempo in termini di studio e lavoro. Questa volta però erano troppo convinti di venire, ma soprattutto erano convinti di avermi fatto una bellissima sorpresa… e ovviamente, ne è scaturita una lunghissima discussione al telefono.”
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