“Io e Luisa ci conosciamo dai tempi del liceo. Eravamo quelle che si passavano i bigliettini durante l’interrogazione di storia e che il sabato pomeriggio andavano insieme a provare trucchi nei centri commerciali “per gioco”. Poi la vita ha fatto il suo corso: io ho iniziato a lavorare subito dopo l’università, lei invece… ha continuato a essere “figlia di”. Di papà, in particolare, ma spesso anche di altro…E no, non è una frase fatta: parliamo di una persona che ha uno yacht, due case all’estero e un autista. Negli anni ci siamo un po’ perse, perché il suo mondo sembrava sempre più lontano dal mio. Ma ogni tanto ci risentiamo, come se bastasse una chat per cancellare tutto il tempo passato a non capirsi più. Il problema è che Luisa è rimasta bloccata in un universo tutto suo, fatto di elicotteri, spa, brunch da 50 euro a persona e zero consapevolezza. Ma la cosa peggiore non è nemmeno quello che fa: è come lo racconta, sempre con quell’aria da “voi poveri mortali non potete capire”. E infatti, non capisce. Eravamo d’accordo, dopo anni, di rifare una vacanza insieme, poi la situazione è degenerata.”

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