“Mi chiamo Martina, ho 33 anni e lavoro in ufficio da più di dieci anni. Sono fidanzata con Alessandro da sette. Una relazione lunga, stabile, costruita a fatica tra traslochi, routine, bollette, e sogni condivisi che faticano a realizzarsi. Dopo mesi chiusi in casa a lavorare tra smart working e scadenze, quest’estate doveva essere nostra…un’intera settimana nostra. Mare, silenzio, solo io e lui. Avevo scelto i locali, organizzato un itinerario semplice ma nostro. Finalmente una pausa dalla vita di sempre.

Ma il giorno della partenza, Alessandro mi fa una sorpresa: ha invitato sua madre a venire con noi. Una sorpresa, ha detto. Una “scelta di cuore”. Peccato che io non sia stata nemmeno interpellata. Sua madre è una vedova triste solo all’apparenza, ma in realtà è lucida, invadente, e abilissima nel mettere zizzania. Ha dormito in mezzo a noi le prime notti, ha commentato ogni mio vestito, criticato i miei piatti, detto che sarei stata una “nuora pigra”. Tutto davanti a lui. E lui? Rideva. Smorzava. Sdrammatizzava. Ogni sera io andavo a dormire più piccola. Più arrabbiata. Più sola.

Poi è arrivata l’umiliazione finale. E questa è la chat che è iniziata subito dopo. Il giorno in cui ho deciso che basta. Che non ci sarà un’altra estate così.
Forse non ci sarà proprio più un “noi”.”

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