“Non mi aspettavo chissà che, ma almeno un po’ di coraggio. Invece, lui, anziché venire da me a presentarsi come una persona normale, decide di chiedere il mio numero a un amico. Già questo mi aveva lasciata perplessa: un approccio indiretto, poco sicuro, quasi timido. Ma ho pensato di dargli una possibilità. “Magari è solo riservato,” mi sono detta. Errore. Passano pochi minuti, arriva il primo messaggio e, insieme, un bel colpo di scena: una foto. Non una foto normale, no. Non un selfie, un tramonto, un cane. Ma una foto del suo gioiellino – se così vogliamo chiamarlo. E lì mi sono chiesta: “Davvero pensano che funzioni?” Che sia romantico, intrigante, affascinante?
Spoiler: non lo è. E da quel momento è partita la guerra. Lui offeso perché non l’ho “apprezzato”, io imbestialita per il gesto. È finita con me che, tra ironia e sarcasmo, l’ho demolito senza pietà. Se voleva fare colpo, c’è riuscito: un clamoroso autogol che mi ha dato tutto lo slancio per divertirmi a sue spese.”




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