“Ciao pagina di spunte blu. Vi scrivo per uno sfogo. Sono stufo di questa narrazione tossica per cui, quando diventi genitore, devi improvvisamente annullarti per i figli.
Non è vero, non funziona così.
Siamo esseri umani, abbiamo i nostri bisogni, i nostri tempi, la nostra vita e la voglia di prenderci cura di noi stessi. Non puoi cancellare chi sei solo perché hai messo al mondo qualcuno. Eppure, ogni volta che lo dico, vengo trattato come se fossi un mostro.
La mia ex moglie però questo discorso non lo capisce proprio.
Per lei, essere padre significa essere sempre disponibile, rinunciare a tutto, non avere più un minuto per respirare.
Ogni volta che provo a ritagliarmi del tempo, mi fa sentire in colpa: “i bambini prima di tutto”, “non puoi sparire così”, “sei egoista”. È un copione stanco, ma lei lo recita benissimo.
Pretende troppo. Sempre.
Se dico di no a un weekend, parte l’interrogatorio: dove sei, con chi sei, perché non puoi, come se dovessi giustificare ogni mio respiro… anche se non stiamo più insieme.
Non capisce che anch’io ho una vita, che non sono solo un’etichetta: “papà”. Sono un uomo, e voglio continuare a esserlo.
Eppure, per lei, ogni mio bisogno è un capriccio. Ogni mio spazio personale è un furto ai figli. Non vede che così mi allontana, che così mi spinge a chiudere ogni discussione ancora prima di iniziarla.
Ma tanto, per lei, la colpa è sempre mia.
Vi lascio gli screen dell’ultima discussione, dove abbiamo toccato un punto di non ritorno. E sono stanco delle donne che incastrano noi uomini con questa scusa dei figli. BASTA!
Alla fine le ho anche dovuto confessare due verità che mi portavo dentro da troppo tempo. Ho fatto bene?
Grazie e ciao a tutti.”



CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA CLICCANDO QUI SOTTO SU “SUCCESSIVA”
Commenta con Facebook