“Alla fine è vero, una persona la conosci sul serio solo nei momenti di difficoltà.
Prima ti può ingannare, indossando una maschera di finta perfezione, come è successo a me.
Io e lei stavamo insieme da un anno e mezzo.
Ci siamo conosciuti al matrimonio di un amico. Era un’amica della sposa. Abbiamo chiacchierato molto quel giorno, e trascorso delle belle ore a divertirci.
Mi era piaciuta la sua allegria, quel suo modo di essere solare e volersi godere la vita.
Solare è bello sì, ma non deve scadere nell’essere superficiali, addirittura insensibili come mi è sembrata negli ultimi tempi.
Normalmente anche io sono un tipo che non si lascia abbattere, mi piace ridere, scherzare e fare cose belle. Però ci sono dei momenti in cui la tristezza è fisiologica, e sarebbe patologico non permettersi di viverla.
Questo è uno di quei momenti: mia nonna ci sta lasciando.
Per carità, è anziana, ha fatto la sua vita. Però io con lei ci sono letteralmente cresciuto. Quando i miei genitori passavano fuori di casa dieci ore al giorno o anche più, era lei a prepararmi la colazione e portarmi a scuola.
Era lei che mi veniva a prendere e mi faceva trovare le crostate alla nutella per merenda.
Con lei andavo ai giardini, guardavamo i cartoni. Giocavamo… spesso mi metteva anche a letto e mi raccontava la storia della buonanotte, perché mamma e papà capitava facessero tardi per lavoro.
Quindi capirete il mio stato emotivo di adesso. La mia ragazza invece no.”
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