“So che molti di voi non capiranno. Che mi daranno torto e mi diranno che non ho cuore. Per molte persone i genitori sono sacri e non importa quanto facciano del male. Vanno sempre onorati…
Per me non è più così. Ho fatto una scelta: quella di vivere la mia vita nonostante la mia famiglia di origine, non certo grazie a loro. Sono cresciuta sostanzialmente prigioniera. Non potevo mai uscire, ma stavo sempre a casa a pulire.
Le brutte parole non mancavano mai. Così quando avevo conosciuto quel mio primo ragazzo mi sono fidata e sono scappata con lui. Io poi ero rimasta incinta, complice anche la mia grande inesperienza, il mio ragazzo dell’epoca mi lasciò e i miei mi cacciarono di casa.
Così ho preso i miei quattro stracci e sono andata a chiedere aiuto a mia zia, che mi ha presa con sé. Non sapeva come mi trattavano i miei e c’era rimasta molto male a sentire tutta la storia. Le cose con lei sono andate sempre meglio: ho potuto studiare e tenere il bambino. Ho trovato un lavoro e poi un compagno con il quale adesso mi dovrò sposare e che ha imparato ad amare mio figlio.
Sono grata di tutto questo, ma non posso dimenticare i torti che mi hanno fatto i miei. Per questo ai messaggi di mio padre ho risposto come ho risposto.”
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