“Io e Tommaso stiamo insieme da quattro mesi. Non quattordici anni, quattro mesi.

E quando ho accennato che a casa mia sarebbero iniziati i lavori in casa mia, lui — tutto premuroso — mi ha detto: “Amore, vieni da me, ci sistemiamo insieme per un po’. Facciamo le prove generali della convivenza.”

Era davvero entusiasta anche se io avevo delle titubanze. Però mi guardava con quegli occhioni… e ho detto ma sì perché non provarci. 

Dopo tutto è stato così carino, no?

Ecco, carino finché non ho scoperto che il suo “ci sistemiamo” includeva una specie di file PDF.

Con regole strambe. Tabelle. Linee guida. Frasi come “non toccare il termostato senza consulto preventivo”.

E io che pensavo di dover solo scegliere su quale mensola mettere lo spazzolino. Pensavo fosse un po’ nerd, ok. Un po’ schematico, sì. Un po’ maniaco del controllo e vabbè, se lo scarica sulle pulizie meglio per me…

Ma non che mi trovavo un compagno di stanza con l’anima di un gestore condominiale.

E allora gli ho detto che forse stava esagerando, che magari la convivenza dovrebbe essere anche istinto, improvvisazione, calore…

Non potete immaginare come sia finita una conversazione del genere. Perché, una conversazione del genere, non avrebbe dovuto mai neanche essere iniziata.

Domanda: secondo voi me ne pentirò?”

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