“Non è stata una decisione improvvisa. Ho resistito finché ho potuto. Fingendo che bastasse qualche gesto affettuoso ogni tanto, o che lui fosse solo stanco, o che fossi io troppo sensibile. Ho smesso di aspettare il momento giusto quando mi sono resa conto che ogni giorno aggiungeva solo silenzio, e che il mio corpo, ormai, si contraeva appena sentiva girare la chiave nella serratura. Non ero più una persona. Ero una versione sopportabile di me stessa. Quando sono uscita da casa, non pensavo a grandi rivoluzioni. Pensavo a una pausa. Un divano. Un tè. Mia madre. Non le avevo mai chiesto niente. Mai una richiesta di qualunque tipo…un prestito, un’ora in più. Solo stavolta. Solo un pomeriggio in cui poter dire “mi sono rotta” senza dovermi giustificare. Ma non ho trovato una porta. Ho trovato un giudizio. E lì ho capito una cosa: che a volte non si resta da sole perché si è sbagliato, ma perché si è rotto qualcosa in chi avrebbe dovuto capire per primo. E che l’indipendenza non è andarsene, è non bussare più dove ti chiudono, anche se è casa tua.”




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