“Crescere una figlia da solo non è semplice. Quando mia moglie se n’è andata cinque anni fa, ho dovuto pensare io a tutto. Lei c’era sempre, per entrambi.

Non si trattava solo delle cose pratiche, ma del suo modo di tenere insieme tutto, di farci sentire una famiglia anche nei momenti più complicati.

Non è stato facile, ma ce la siamo cavata, anche se il dolore e quella nostalgia amara non se ne va mai del tutto.

La mia giornata inizia presto e finisce tardi, con due lavori che mi permettono di garantire a mia figlia tutto quello di cui ha bisogno.

Lei, dal canto suo, si dà da fare per aiutarmi come può. È brava a scuola, cucina, non si lamenta mai e, quando ha tempo, fa qualche lavoretto come babysitter per mettere da parte qualcosa.

Ogni tanto mi lascia un dolce fatto in casa, così, giusto per farmi sorridere. Anche se a volte litighiamo e ce ne diciamo di ogni, ci riappacifichiamo sempre. Io so che è una ragazza speciale, e so anche che sua madre ne sarebbe stata orgogliosa.

Qualche giorno fa, mentre stavamo messaggiando, le ho detto che avevo qualcosa per lei.

Un regalo speciale. Una promessa che sua madre mi aveva chiesto di mantenere il giorno del suo diciottesimo compleanno. E finalmente è arrivato il momento di darle quello che aveva conservato per lei.”

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