“Il mio nome è Ilaria, sono una donna in carriera dell’età di 31 anni e vivo al sud Italia, sebbene non sia un dettaglio necessario né per il mio lavoro né per la mia posizione. Mi occupo di supervisionare e dirigere una filiale di un’azienda, ma non posso dire nello specifico quale o di che cosa mi occupo, ma non abbiamo degli uffici. Questa è stata per me una grande opportunità, perché posso occuparmi del mio lavoro comodamente da casa, con i miei ritmi e (detto sinceramente) senza dovermi impupare ogni singola volta. Ho assunto questo ruolo relativamente da poco, un anno e qualche mese, ma sono entusiasta di ciò che sto facendo e dell’opportunità di brillare che mi è stata data. Chiaramente quando devo gestire e dirigere tutti i vari sottoposti e collaboratori ci si sente direttamente o per email o via messaggi su Whatsapp. Una delle cose che mi contraddistingue è che il mio approccio al lavoro è molto amichevole, do molte libertà e molto spazio e mi piace che non ci sia un ambiente di lavoro tossico o rigido. Ci si sente al telefono, si chiacchiera, si fa conversazione e si lavora tutti insieme. Penso che sia un modo diverso dal solito, ma in un anno ho ottenuto risultato strabilianti con chi lavora al mio fianco e per me. Tutti tranne uno. Si chiama Antonio, ha 35 anni, è arrivato da solo una settimana e anche se all’inizio è stato molto cordiale, di punto in bianco una mattina è cambiato e ho avuto enormi problemi con lui. Voglio che leggiate le cose sconvolgenti che mi ha detto. Io l’ho trovato assurdo e sto mettendo un po’ in discussione i miei metodi. Voi che ne pensate?”

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