“Una volta si diceva: “lo scherzo è bello quando dura poco”…non sono molto d’accordo, non è la durata di uno scherzo a renderlo bello o brutto. Gli scherzi sono belli quando fanno ridere tutti/e. Non quando uno/a ride e l’altro/a si ritrova a ricucire i pezzi, soprattutto quando si toccano punti dolenti e quando si coinvolgono altre persone. C’è sempre questa leggerezza attorno al 1° aprile, come se tutto fosse concesso, perché “è solo un pesce d’aprile”. Ma quando lo scherzo entra nella sfera personale, quando tocca sentimenti veri, relazioni, dignità… allora non è più un gioco. È una mancanza di rispetto camuffata da risata. La tradizione del pesce d’aprile nasce secoli fa, quando si scambiavano inviti finti a feste che non esistevano. Scherzi semplici, innocui. Non c’erano manipolazioni digitali, o prese in giro pubbliche. Oggi invece sembriamo disposti/e a tutto per una reazione, e questo è terribile. Un mio amico, ex amico, Lorenzo, mi ha fatto un gravissimo scherzo che ha coinvolto, e poi sconvolto, anche il mio fidanzato Dario. Ho dovuto agire di conseguenza.”




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