“Stavamo insieme da due anni e mezzo. Lui, corteggiamento teatrale, assiduo, fino a che non l’ho scelto. Poi le cose vanno come vanno.
Ti rendi conto che è finita molto prima di dirtelo.
Prima ancora di avere le prove.
Lo capisci da come torna a casa e ti bacia in automatico.
Da come ride guardando il telefono, e poi si gira e ti dice “niente”.
Dalle mutande pulite nella borsa da palestra.
Dal fatto che una domenica pomeriggio ti ha portata all’IKEA con una gentilezza che puzzava di colpa.
Ma non dici niente.
Aspetti.
Perché anche se lo sai, non vuoi fare la figura di quella pazza.
Quella che sospetta, che controlla, che spia.
Così gli fai un regalo.
Un anno intero di silenzio.
Lui intanto ti regala un anno di messaggi cancellati, spazzolini sdoppiati, orari che non tornano e fantasiose “riunioni del team marketing”.
Poi un giorno succede:
Il karma ti fa il favore.
L’altra sbaglia. Parla.
Ti mostra.
E tutto quello che sapevi diventa ufficiale.
Così decidi che se anniversario dev’essere…
Allora lo festeggiate insieme.
Solo che questa volta, l’unico regalo lo fai tu: la sua libertà. Con tanto di invito…
Dress code: verità. Sì, quella che a lui non è mai stata bene addosso.”



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