“Mi chiamo Martina e ho sempre pensato di essere una persona paziente, specialmente con la famiglia del proprio marito…e quando in gioco ci sono due bambine piccole che non meritano tensioni, silenzi strani o sguardi taglienti. Con Paolo stiamo insieme da sette anni, sposati da cinque. Abbiamo due figlie, Emma e Sofia e lui è un padre presente, un uomo buono, uno che si sforza sempre di smorzare le tensioni. Il problema è che con sua madre, Lucia, smorzare non basta.Non può, perché Lucia non vuole essere smorzata. Vuole essere compiaciuta. Lucia è una donna educata, composta, sempre perfetta. Non urla, non sbraita, non dice mai parole esplicite. Non mi ha mai mancato di rispetto apertamente. E forse è proprio questo il punto: fa male senza che nessuno possa accusarla di niente. Fin dall’inizio tra noi non c’è mai stata vera sintonia. Io provavo, lei no. Io proponevo, lei “vedremo”. Io invitavo, lei “forse un’altra volta”. Sempre gentile, sempre formale, sempre un passo indietro.
Poi però ho finalmente aperto gli occhi definitivamente: Lucia non mi vuole, e lo ha fatto capire nero su bianco.  Le sue tradizioni di famiglia non comprendono e mai comprenderanno anche me e soprattutto, nemmeno le mie bimbe.

E allora basta. Scelga lei se vuole fare parte della nostra famiglia oppure no, perché io di stare ai suoi giochetti e sentirmi per sempre un’estranea, dopo tutti i sacrifici che ho fatto, mi sono semplicemente stancata.”

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