“Non ho mai avuto una vita facile. Prima mia madre è venuta a mancare, poi mi sono ritrovato con mio padre che non è proprio il genitore modello, poi la scuola, poi il lavoro. Non una vita che consiglierei. Per fortuna ho sempre avuto Andrea. Lui è mio fratello, ma anche un po’ il mio opposto: silenzioso, riflessivo, riservato fino all’eccesso, mentre io sono una mezza bomba a mano. Ma se c’era una persona su cui potevo contare, era lui. Anche se non parlava tanto, c’era. Negli ultimi mesi si era però fatto strano. Evitava le chiamate, rispondeva a monosillabi, non diceva tanto su di lui, un po’ come fa spesso anche mio papà. Pensavo fosse un momento. Invece era l’inizio di qualcosa di molto più grosso. Un giorno, dal nulla e senza alcun preavviso, rientro a casa nel pomeriggio e trovo un bigliettino, firmato da Andrea, in cui dice che parte per il Vietnam. Ero sconvolto, pensavo fosse uno scherzo considerando quanto lui è abituato ad uscire ultimamente (cioè meno di zero). Gli scrivo subito. Non era uno scherzo, era solo l’inizio di qualcosa di molto più grande che ancora fatico a comprendere. Sbaglio io? Non credo.”




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