“I miei genitori si sono separati quando avevo tredici anni. Non è stata una separazione violenta, ma nemmeno pacifica: è stata una di quelle fratture fredde, silenziose, in cui ti accorgi da sola che l’amore è evaporato senza che nessuno se ne sia preso la responsabilità. Mia madre ha provato a rifarsi una vita, con fatica e dignità. Mio padre invece si è rifugiato in quello che chiama il suo “metodo”: la scuola della vita, dura, spietata, dove niente è dovuto, neanche l’affetto. Con me ha sempre avuto un rapporto… diciamo “funzionale”. Nessun “ti voglio bene”, nessuna coccola, e soprattutto nessun aiuto economico che non fosse guadagnato con il sangue. Il suo mantra è sempre stato: “Mio padre non mi ha dato nulla, ed è per questo che oggi sono un uomo fatto e formato”. Peccato che questo stesso ‘nulla’ abbia deciso di replicarlo anche con sua figlia. Sicuramente da lui ho imparato molto ma stavolta mi trovavo davvero molto in difficoltà, e quindi, sono stata costretta a scrivergli per avere un aiuto, nella speranza di ottenerlo davvero e non di avere solo l’ennesima lezione di vita non richiesta.”




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