“Vi scrivo perché mi è appena successa una cosa devastante… mio nonno Gennaro ha da poco perso la sua battaglia con il cancro e mi ha lasciato. Lui, la persona più importante della mia vita. Quello che per me è stato nonno, padre e madre… è volato via. Il mio punto di riferimento… il mio tutto.

Ora sono solo, completamente solo. I miei non li ho mai conosciuti o comunque non me li ricordo, sono mancati che ero molto piccolo e mi hanno cresciuto i nonni. Nonna l’ho persa a 19 anni e ora, che ne ho 31, sono ufficialmente orfano.

Il giorno in cui ho ricevuto la notizia della malattia di nonno lo ricordo benissimo: ero talmente devastato che mi sono sfogato sulla mia ragazza, Sara. Stavamo insieme da pochissimo e in quell’occasione, come ha tenuto a ricordarmi lei, l’ho pregata di non lasciarmi… non finché mio nonno stava così.

Mai avrei pensato che potesse prendermi in parola. E invece… il giorno in cui è mancato Sara ha pensato bene di farmi vivere due lutti. Così, per farmi soffrire una volta sola.

Vi allego la conversazione perché ancora faccio fatica a crederci io stesso. Ma come si fa? Ma che persona è quella che fa una cosa del genere? Ma soprattutto: come ci si rialza da una batosta del genere?”

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