“Mi chiamo Alberto, ho 29 anni e una settimana fa sono stato lasciato.
Così, senza tanti giri di parole. O meglio, senza nessuna parola. Stavamo insieme da sette anni. Sette. E lei ha deciso di sparire, di chiudere tutto senza darmi una spiegazione, un confronto, una qualsiasi cosa che somigliasse a rispetto. Mi ha solo chiesto di non scriverle più. Di non chiederle nulla. Di farle il favore di lasciarla in pace. E io l’ho fatto. Perché, se ami qualcuno, anche quando ti spezza in due, provare a rispettarlo ti sembra l’unica cosa giusta. Poi oggi… eccola. Messaggio. Così, come se nulla fosse. Per un attimo ho pensato che volesse parlarmi. Chiarire. Scusarsi, magari. Dire anche solo un “come stai”. E invece no: voleva solo l’ennesimo favore. L’ennesima coltellata nel mio cuore. Dice che gliel’avevo promesso. Come se le promesse non le avesse già mandate in frantumi lei.
Come se tutto quello che è successo tra noi fosse una parentesi. Come se io fossi ancora lì, pronto a correre appena lei schiocca le dita. Io giuro, ancora non so se sono più deluso o più incazzato. Ma una cosa è certa: ci sono persone che, anche quando non ti vogliono più, pretendono comunque che tu resti disponibile. Sempre. Come se il dolore che ti hanno causato non contasse nulla. Ecco la nostra conversazione. Fate voi.”



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