“Mi chiamo Samuele, ho 26 anni e faccio l’istruttore in un centro fitness della mia città. Il mio lavoro mi piace: respiro, equilibrio, attenzione al dettaglio. Aiuto le persone a riconnettersi col proprio corpo, a sciogliere tensioni e migliorare la consapevolezza fisica.
In genere, è un ambiente sereno e rispettoso. Professionale.
Quasi sempre. Poi c’è Mariana.
La conosco da una vita, letteralmente. È un’amica storica di mia madre, ex modella, affascinante, elegante… e parecchio espansiva. Frequenta il corso di yoga da qualche mese e, devo ammettere, ha un’ottima presenza sul tappetino.
Solo che, in certi casi, l’energia tra insegnante e allieva prende una piega un po’… diversa.
E a volte arriva tutto tramite un semplice messaggio.

Una mattina, la palestra è chiusa per un imprevisto. Sono pronto a godermi una giornata di riposo e magari di chiedere a una ragazza che mi sta iniziando a piacere di uscire insieme. Mariana, invece, mi contatta determinata a fare lezione. Un messaggio tira l’altro, tra battute sottili, complimenti sinceri (forse troppo?) e proposte che iniziano a diventare meno spirituali e più… personali.
E lì mi ritrovo, incerto sul da farsi, tra dovere e tentazione, tra correttezza e curiosità.

Non so se questa conversazione sia stata una lezione di yoga o una prova di equilibrio mentale. So solo che, alla fine, respirare profondamente è servito… ma non nel modo che pensavo.”

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