“Non pensavo che andare al mare con mio figlio potesse diventare un lusso.
Ogni estate era il nostro momento, prima di andare dai nonni con il papà passavamo una settimana io e lui in hotel: asciugamano a righe, secchiello, panini fatti in casa e una borsa termica piena di frutta fresca. Lui passava ore a costruire castelli di sabbia, io lo guardavo sapendo che questi ricordi sarebbero stati il nostro tesoro.
Quest’anno, invece, è cambiato tutto.
Nuove regole: spiaggia “per famiglie” a pagamento, divieto assoluto di portare cibo e bevande da casa. “Per garantire un servizio migliore”, dice il cartello all’ingresso. Migliore per chi? Certo non per noi.
Ho fatto due conti: tra ingresso, lettini e il pranzo obbligatorio al bar (dieci euro per una fetta di pizza secca), una giornata al mare costa più di una cena al ristorante stellato.
Non è solo questione di soldi. È che ti portano via il diritto a vivere un momento semplice e bello, trasformandolo in un lusso da comprare a caro prezzo. Per fortuna noi abbiamo i nonni, ma chi non ha a disposizione una casa al mare con spiaggia libera annessa come fa?
Poi si chiedono perché andiamo all’estero…”



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