“Non mi aspettavo sostegno da tutti. Ma una parte di me sperava che almeno mia sorella ci arrivasse. A capire. A fermarsi prima del giudizio. Invece no. Per lei sono “confuso”, “una moda”, “una roba che la gente non capirà mai”. L’ho sempre amata, anche nei suoi limiti. Ma da quando ho cominciato il mio percorso di transizione, per lei sono diventato un esperimento. Le ho scritto io per primo. Le ho mandato una foto. E poi è cominciato tutto. Questa è la nostra chat. Fa male, ma è vera. E forse là fuori c’è qualcuno che ha bisogno di sapere che non sei sbagliato solo perché qualcuno non ti capisce.”

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