“Ciao, cuoco casalingo di 29 anni cerca aiuto. Conosco una ragazza, mi innamoro, lei pure e come si sa, la gola è sempre un ottimo modo per tenere vicine le persone che si amano. Non sono uno chef, ma mi piace cucinare ed è sempre stata un’arma di cui ho saputo fare buon uso. La frequentazione prosegue, ci mettiamo insieme e dopo un po’ decidiamo di vivere insieme, con la mia dolce metà che si trasferisce da me. Le nostre cenette diventano pranzi, colazioni e merende, cosa che sarebbe anche carina e romantica non fosse che cucino solo io…o meglio, che cucino per due ma letteralmente: ho scoperto che lei non mangia NIENTE. Nulla assoluto. Per motivo insensati, decide arbitrariamente di giorno in giorno che qualcosa non le piace, che sia aglio, carote, sedano o formaggi, non importa se il giorno prima non le avevano dato problemi. Sostanzialmente, ha dei gusti infantili, come un dodicenne viziato. Anzi, forse è una dodicenne viziata. E proprio su questo ci siamo scontrati. Che vita è quella in cui, dopo una giornata di lavoro, devi cucinare costantemente due cene diverse? Una più o meno normale, la mia, e una in bianco o secondo schemi e regoline improvvisate, capricci che ti fanno saltare i nervi. E se un giorno avessimo un bambino? Devono farne tre diverse? Magari anche per il cane o il gatto? A quanto pare, far notare questa problematica equivale a dichiarare di non essere più quello di prima e probabilmente, dal suo punto di vista, a offendere persino la sua famiglia. E forse, dico forse, anche la sua famiglia qualche colpa potrebbe averla se non ha mai corretto questa sindrome del non mi piace che normalmente si supera con la mensa delle elementari….”



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