“Quando io e Sara abbiamo lasciato il paese per trasferirci in città, sapevamo che sarebbe stata dura. Niente più strade familiari, niente più volti conosciuti.
Qui tutto corre veloce: il traffico, le persone, le opportunità. Ma ci siamo adattati, costruendo una nuova routine, una nuova casa, una nuova vita.
Io mi sono laureato un anno e mezzo fa e ora lavoro per un’azienda di logistica. Non è il lavoro che sognavo, ma mi permette di mantenermi e di fare esperienza.
Sara, invece, ha appena terminato l’università e sta cercando di capire cosa fare del suo futuro. Lei è sempre stata più riflessiva, più attenta. Io, invece, tendo a improvvisare, a buttarmi senza pensarci troppo.
Ultimamente, però, l’ho sentita distante, assorta nei suoi pensieri. All’inizio credevo fosse solo l’ansia per il lavoro, per il futuro incerto. Ma poi l’ho scoperto. È qualcosa di più grande, qualcosa che cambia tutto.
E io non ho avevo idea di come trovare una soluzione. Di solito se ho qualche problema ne parlo con mia madre, che è sempre stata un punto di riferimento, anche se ha lasciato me e mio fratello grande autonomia fin da piccoli.
Questa volta però avevo timore a parlarle, forse anche perché lei, dopotutto, è una catechista, o forse perché la questione mi sembrava troppo grande.”




CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA CLICCANDO QUI SOTTO SU “SUCCESSIVA”
Commenta con Facebook