“Quando ho letto il messaggio di Marco (e Chiara) ho dovuto rileggere tre volte.
“Abbiamo deciso di annullare il matrimonio.”
Punto. Così, come se stessero parlando di cancellare una pizza ordinata per sbaglio.

Solo che… c’era un piccolo dettaglio: la busta da 300 euro che io e Sara avevamo consegnato settimane fa. In anticipo. Perché? Perché lo avevano chiesto loro, con quella frase che suonava come un favore innocente: “Così ci togliamo il pensiero, e possiamo organizzare meglio tutto.”

All’inizio ho pensato fosse successo qualcosa di grave. Una lite, un imprevisto, una fuga d’amore alternativa. Ma no. Nessun dramma, nessuna tragedia. Solo loro, calmi e sorridenti, che ci informavano che “alla fine abbiamo deciso di non farlo più… ma grazie ancora per il regalo, è stato utilissimo!”.

Ero lì, col telefono in mano, a metà tra l’incazzatura e la sensazione di essere stato preso per il culo.
Per loro era normale: ottenere i soldi prima, evitare spese, e liberarsi pure del fastidio di un ricevimento.

Così ho deciso di stare a vedere fin dove avrebbero avuto la faccia tosta di arrivare.
E lì, la chat, è diventata surreale.”

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