“Con Silvano è iniziato tutto come nelle storie che si raccontano alle amiche con un sorriso stupido.
Messaggi ogni mattina, buongiorno pieni di emoticon, poesie improvvisate, foto di rose e tramonti, frasi tipo “da quando ti ho conosciuta mi sento meglio”.
Dopo mesi passati a raccogliere solo briciole da uomini che non sapevano nemmeno dire “come stai?”, quella dolcezza sembrava un miracolo.
Silvano non era un tipo appariscente, ma aveva una calma che mi rassicurava.
Scriveva tanto, ascoltava tanto, e sembrava davvero interessato a conoscermi.

Quando ci siamo visti la prima volta, mi aspettavo coerenza.
Invece ho trovato un uomo che non somigliava nemmeno lontanamente a quello dei messaggi: scocciato, distratto, incapace di sostenere lo sguardo.
Parlavo io, e lui guardava il telefono.
Rideva con la cameriera, ma con me non sapeva nemmeno cosa dire.
Eppure continuava a mandarmi cuori, rose virtuali, “sei il mio raggio di sole”.

Ci sono cascata di nuovo, convinta che fosse solo timidezza.
Ma a un certo punto ho iniziato a notare un copione: mi cercava solo quando gli conveniva, solo quando era solo.
Mi sono accorta che a Silvano non serviva una storia, ma una presenza di riserva.
E io, purtroppo, ero stata perfetta per quel ruolo.”

CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA CLICCANDO QUI SOTTO SU “SUCCESSIVA”