“Non pensavo che una singola parola potesse cambiare tutto. Io e Nicla ci conosciamo da anni: due insegnanti di lettere, due teste dure, due persone che si sono trovate proprio grazie alle parole. Io la facevo ridere correggendo le sue citazioni fuori luogo, lei mi correggeva anche quando non ce n’era bisogno. Era il nostro gioco. O almeno così pensavo. Qualche giorno fa ho deciso di farle un regalo. Niente di troppo appariscente, ma con un significato profondo. Ho scritto un biglietto a mano, come si faceva una volta e come mi piace sempre fare, e dentro ci ho messo una frase che per me aveva un valore affettivo, un piccolo scherzo legato a un ricordo nostro. E accanto, un pensiero che credevo le avrebbe fatto capire quanto fosse importante per me. Ma a quanto pare, una sola lettera ha fatto crollare tutto. Una “Q”, per la precisione. In un attimo, una cosa tenera è diventata motivo di discussione, di accuse, di parole pesanti che non mi aspettavo da lei. Ma il peggio, senza ombra di dubbio, è arrivato proseguendo nella conversazione.”

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