“Quando l’ho iscritta al corso di danza, non immaginavo che il problema non sarebbe stato mia figlia… ma suo padre. Non si tratta di una passione imposta, anzi: è stata lei a chiedermelo, con quella timidezza piena di sogni che solo i ragazzini hanno. Io ho visto in quegli occhi la me bambina, quella che aveva voglia di provare e non sempre la possibilità. E così ho detto sì. Pensavo che Luca avrebbe capito, o almeno che avrebbe apprezzato il gesto. Invece no. Per lui, danza significa frivolezza, debolezza, spreco di tempo. “Falle fare qualcosa di serio”, mi ha detto. Come se muoversi a ritmo non fosse una forma altissima di disciplina e coraggio. Questa chat non è solo su un corso pomeridiano: è una resa dei conti su cosa significhi educare insieme, ascoltare, fidarsi. È il momento in cui ho capito che non basta amare un figlio: bisogna anche imparare a lasciarlo scegliere. E forse lo sta capendo anche lui, perchè la chat finisce con un interrogativo, ma alla fine si è anche commosso! A dimostrazione che spesso bisogna lasciar andare la rigidità e farsi guidare un pò da quella magia che hanno i nostri figli in un’età piena di sogni.”




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