“Mi chiamo Alberto e mia moglie Monica (ancora per poco) ha deciso di schierarsi contro di me, suo marito, perché non voglio passare la mia vita a fare da balia a suo fratello. Ci siamo sposati perché io l’amavo più di ogni altra cosa al mondo, ma questa è la riconoscenza che mi è stata data per anni di pazienza. Il fratello a quanto pare avrebbe una misteriosa sindrome nervosa che si manifesta a singhiozzo ogni volta che deve fare qualcosa di utile per sé, per la sorella o per la società in generale, ma nel frattempo si fa ampiamente i cavoli suoi senza badare a nessuna conseguenza. Al matrimonio ha dato uno spettacolo indecente di sé, ubriaco già da prima della messa, e quando ha messo le mani addosso alla moglie di un mio cugino (incurante del fatto che ci fosse anche la sua fidanzata con lui) ha preso un paio di cazzotti, ma mai quanti ne meriterebbe; già da quel giorno avrei dovuto guardare meglio come reagiva la mia cara mogliettina e farmi due conti, e invece sono stato cieco. Da quando sono venuti a mancare i miei suoceri Andrea, questo il nome del “caro” cognatino, è peggiorato e pare proprio che non si riesca a contenerlo. I genitori di Monica sono morti poco tempo dopo il nostro matrimonio, lasciandoci la porzione di casa antistante a quella di Andrea che come ultimo sgarro ha provato nientemeno che a farmi la pelle. Io ormai sono distrutto, vorrei dire che sto bene e va meglio, ma la verità è che questa situazione fa molto male.”

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