“Quando mia figlia era piccola, voleva che l’accompagnassi ovunque. Scuola, danza, compleanni, anche solo a fare due passi. Si attaccava alla mia mano come se fosse il suo porto sicuro. Poi, come succede a tutti i genitori, un giorno quella mano ha smesso di cercare la mia. Ma io ho fatto finta di non accorgermene. Ho fatto finta su tante cose, negli ultimi anni. La verità è che non sono più il padre che ero. Ho perso il lavoro, la testa, in parte anche la mia compagna. E la cosa peggiore è che, quando crolli, chi ti ama non sempre capisce che non lo fai apposta. Che certe mattine non riesci nemmeno ad alzarti, figuriamoci a sorridere.
Presto mia figlia avrà l’orale di maturità.
Un traguardo importante. E io volevo esserci. Solo quello. Accompagnarla, darle un caffè, farle una battuta scema per smorzare la tensione. Ma il messaggio che mi ha mandato mi ha distrutto. Non vuole avermi lì. Dice che ci va con un’amica. Dice che si agita.
Ma io lo so perché. Lo vedo nei suoi occhi da mesi. Ma non voglio giudicarla. Voglio solo capire se c’è ancora spazio per me, nel suo mondo che cambia. Voglio solo dirle che, comunque vada, io sarò lì. Magari a distanza. Magari in silenzio. Ma ci sarò. Sempre.”




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