“Devo confessarlo: il mio capo è sempre stato un osso duro. Uno di quelli che non ride nemmeno davanti a un cucciolo che inciampa. Rigido, formale, il classico “boss” che mette il terrore anche solo a sentirne il nome. Infatti io lo chiamo Dottore, tutti lo chiamiamo Dottore, anche solo per non ripeterne il nome. Questo fino a che, poco tempo fa è successa una cosa. Ben prima del periodo natalizio ho portato un ufficio, per gioco, una renna peluche, grande, veramente bella, di nome Rodolfo. E lui se n’è innamorato. Proprio è andato fuori di testa per Rodolfo. Qualche giorno fa mi dice che farà un pranzo aziendale con solo i dirigenti presenti e mi dice che ognuno devo portare un oggetto, più bizzarro e divertente sarà, più voti prenderà e quindi più bella figura farà. Ovviamente lui voleva assolutamente Rodolfo e come avrei potuto dirgli di no? Quindi eravamo d’accordo ma purtroppo, il giorno prima, ho avuto un mezzo imprevisto che avrebbe messo a rischio la partecipazione di Rodolfo a questo pranzo, ma anche, indirettamente, la mia carriera. Così gli ho scritto subito”
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