“Da anni ormai tutti danno per scontato che il Natale si faccia da me. Io cucino, io pulisco, io faccio millemila menù diversi… E in più sta diventando una festa sempre più costosa. E no, i pandori alla crema o il torrone al cioccolato che mi portano non bastano per ridurre la fatica o la spesa, e neanche quelle due bottiglie di vino che arrivano manco fossero oro incenso e mirra. Il grosso lo faccio sempre e solo io. Con un’eccezione. L’anno scorso però avevo la casa inagibile, perché abbiamo dovuto rifare il bagno. Erano anni che rimandavamo ma cominciavano a caderci i pezzi di piastrelle addosso. Era diventata un’urgenza e così per un po’ siamo dovuti stare da mia mamma mentre c’erano i lavori. Siccome era sotto Natale quell’anno mia cognata ci ha miracolosamente invitati da loro. Io ero stupita perché la conosco, e non è molto ospitale (almeno con me, è fredda e antipatica a dirla tutta, con i suoi amici è tutta un’altra pasta), e quindi ho chiesto a mio marito se fosse davvero sicuro. Lui ovviamente mi fa: ma si ma certo, ha tanto piacere di averci tutti da lei, per una volta… Invece è stato uno dei Natali più tristi della mia vita, e pensare che ho portato anche la mia mamma poverina, che ci ha regalato i più bei Natali del mondo quando ancora poteva farlo. Di solito non dico nulla e accetto anche le piccole ingiustizie che vedo fare nei miei confronti, però stavolta ne ho fatto una questione di principio. E so che molti mi diranno, esagerata, che ti importava potevi accontentarlo povero marito… Ma ogni tanto bisogna farsi sentire ecco.”
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