“No, non è una minaccia. Non è neanche una ripicca. È una scelta. Dolorosa, sì, ma necessaria. Quando ho detto a Dario che non volevo la sua presenza in sala parto, sapevo che avremmo litigato. Che avrebbe tirato fuori parole come “umiliazione”, “padre”, “famiglia”. Ma in quel momento, per me, contava solo una cosa: sentirmi al sicuro. E negli ultimi mesi Dario non è stato quel posto sicuro. Battute fuori luogo, leggerezze continue, promesse mai mantenute. Ogni giorno un peso in più sulle mie spalle, e ogni volta un sorriso per non discutere. Questa volta no. Questa volta non ci sto. Non perché non lo amo, ma perché ho smesso di amare la versione di me che taceva per quieto vivere. Questa chat racconta un confine che ho tracciato. Non per vendetta, ma per rispetto. Per me, per mia figlia, e — forse un giorno — anche per lui.”




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